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NON CI STO PIÙ DENTRO. Come affrontare l’adolescenza

di Francesca Milani


COSA PROVA L’ADOLESCENTE

Una mattina mi sono alzata, mi sono guardata allo specchio e non mi sono più riconosciuta.

Chi è quella lì???? Cosa mi è successo?

Non so se anche a voi è capitata la stessa cosa quando eravate adolescenti, io so che è stato difficile vedermi diversa e sentir cambiare anche i miei pensieri e i miei desideri; per non parlare del corpo: assolutamente imperfetto.

 

Il periodo dell’adolescenza è quasi sempre una strada in salita: lotta continua per capire chi sei, dove vuoi andare e cosa vuoi fare della tua vita; e poi c’è la scuola, le aspettative degli altri, il giudizio dei tuoi amici. A volte sembra proprio di scoppiare.

Ci sono i tuoi genitori che ti chiedono cose che ti sembrano stupide e inutili, che non ti capiscono, che sembrano voler invadere a tutti i costi la tua privacy. A tal proposito mi viene in mente l’imbarazzo provato da una ragazza, con la quale ho lavorato, quando la madre le proponeva insistentemente di rivolgersi ad un ginecologo, quando in realtà a lei in quel momento non serviva.

 

ADOLESCENTI ALLA RICERCA DI INDIPENDENZA

 

In quella fase della vita volevamo a tutti i costi essere indipendenti, liberi anche se spesso ci siamo scontrati con il problema che dipendenti dagli adulti lo eravamo ancora, e non solo dal punto di vista economico. Insomma “non ci stavamo più dentro”. Dentro dove direte voi? Dentro i confini, dentro le regole, dentro la scuola, dentro il nostro corpo. Questa necessità ad emanciparsi porta spesso verso la “ribellione” che presuppone la forza per opporsi ai propri genitori.

 

Certo è che ci dovremmo aspettare che al termine di questo periodo di cambiamento l’adolescente arrivi a raggiungere quella che potremmo definire una maturazione affettiva, eppure raggiungere questa tappa è sempre più difficile: da un lato la nostra società spinge i ragazzi a crescere e a fare cose da adulti sempre più in fretta, dall’altro dal punto di vista emotivo non sono ancora pronti e non è detto che trovino all’esterno il supporto emotivo necessario per questo passaggio.

 

L’ADOLESCENTE E IL CORPO

 

Come dicevamo all’inizio uno dei “drammi” dell’adolescenza è il corpo; una delle tecniche che l’arte terapeuta può utilizzare per affrontare questo tema è quella del body tracing che, in poche parole, consiste nel farsi tracciare (sdraiati su un foglio) i confini del proprio corpo. L’immagine che ne viene fuori rende visibile in modo concreto la sagoma del nostro corpo e il suo contenuto fornendo un punto di partenza per riflettere sulle proprie caratteristiche; in seguito, ogni intervento su di essa rimanda ad una possibilità di cambiamento.

 

COME AIUTARE UN ADOLESCENTE

 

Lavorare con un’adolescente significa essere in grado di “stare dalla sua parte” ma al contempo fornire una solida struttura che possa reggere gli eventuali attacchi e l’intensità dei sentimenti ambivalenti che caratterizzano questo stadio della vita. Nel setting di arte terapia il terapeuta è aiutato in questo processo dalla presenza dei materiali artistici che mediano tra le due parti.

 

 

Qual è l’obiettivo di un percorso con ragazzi adolescenti? Al di là delle differenze individuali, ciò che sicuramente si vuole fornire è una “barca per traghettare” dalla fanciullezza all’età adulta. Faccio riferimento alla barca perché penso proprio ad uno strumento che possa essere offerto per aiutare a “stare a galla”. Sicuramente uno degli obiettivi è sostenere il ragazzo/a nel riconoscere ed esprimere le emozioni che prova, favorendo inoltre il processo di individuazione. Se il percorso viene fatto in gruppo il ragazzo/a può trarre beneficio dal confronto con i coetanei.

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